Colgo l’occasione della ripresa della serie de “I Bastardi di Pizzofalcone” su Rai1 (lunedì 8 ottobre 2018) per parlare di un altro personaggio dello stesso autore, ovvero del nostro primo socio onorario Maurizio De Giovanni.
Il personaggio in questione è Ricciardi che è ormai, a buon diritto, uno dei commissari più famosi del Noir italiano. Superato solo dall’inossidabile Montalbano, suppongo.
Pian piano, il suo autore, grazie al suo personaggio e non solo, sta raccogliendo sempre più consensi anche all’estero. In Argentina per esempio, dove mi trovavo in vacanza il dicembre passato, trovai un suo romanzo, proprio della serie di Ricciardi, in una libreria del centro di Rosario. Feci una foto e la inviai allo scrittore via messanger.
Lui, Maurizio de Giovanni, persona autenticamente squisita, mi rispose ringraziandomi e mi disse pure -incredibile- che da lì a qualche giorno sarebbe andato a Buenos Aires…
Pensai che si trattasse di uno di quegli strani segni del destino, una magica combinazione astrale o, che ne so, telepatia. Insomma, “Carpe Diem”, stavo seriamente pensando di prenotare un posto su autobus ed un albergo nel “microcento” della città del tango per eccellenza con lo scopo di (ri) incontrare e, magari conoscere meglio, il mio scrittore preferito.
Non fu possibile. Per tutta una serie di motivazioni familiar-logistiche, dovetti rinunciare.
“Mannaggia ‘a capa mia”, mi viene da dire a ripensarci, “ma comm? chill’era nu’ segn!” Ogni tanto nella mia testa, al verificarsi di questo tipo di eventi, certi aspetti tipici della cultura della mia terra, prendono il sopravvento.
Diciamo che cedo un po’ alla superstizione o all’istinto di immaginarmi che ci sia un disegno magico intorno a certe incredibili casualità. Proprio io che sono agnostico per “costituzione”. Nel senso che mi sono scritto una specie di legge interna che mi porta a godere, quanto più possibile, del beneficio del dubbio. Legge che applico a qualsiasi aspetto della mia vita.
Vabbuo’, ma mo’ non è che stamm parlann’ e me! Quello che volevo dire e che ho il rimpianto di non aver fatto di tutto per incontrare, per la seconda volta De Giovanni, ed in una situazione così particolare, per giunta.
Poi però penso, anche se fosse stato possibile, sarei mai riuscito a trattenerlo per qualche ora? A sottrarlo a tanti altri ammiratori, per discutere solo con me di Ricciardi e di tutto il suo mondo?
A pensarci, non credo proprio. Se anche avesse potuto o voluto, per una strano caso del destino, spendere del tempo con me, probabilmente avrebbe preferito parlare di calcio, del nostro Napoli e/o del Boca Juniors magari . Maurizio è un grande tifoso.
Il suo commissario, mi immagino, sta diventando per lui un fardello pesante da portare. Un personaggio che, seppur di fantasia, è diventato abbastanza ingombrante e che ormai vive quasi di vita propria.
A supporto di questa mia ipotesi, cioè del fatto che lo scrittore, probabilmente “s’è -aimè- nu’ poche sfasteriato”, c’è l’annunciata ed imminente fine della serie di romanzi del tenebroso commissario.
La notizia non fu accolta bene, ovviamente, dai numerosi fansi (plurale napoletano di fan) del Commissario. Tant’è vero che io, che tengo ‘na bella immagginazione, pensai: “Uanem, avessara fa’ come nel film “Misery non deve morire” (*)? Mauri’ statt’accort!”
Comunque, nello strano caso in cui, non sapeste ancora (ma comme se po’ fa?) chi è il commissario Ricciardi, in che epoca sono ambientate le vicende che lo vedono protagonista, quali particolarità contraddistinguono questo personaggio e chi sono gli altri “caratteri” che lo circondano, vi propongo questa pagina del sito “quicampania” che mi sembra un buon punto di partenza.
Pero dopo, jatev’ a accatta’ subito ‘o primm’ libro, oppure, se volete, ve lo presto io!
Buona lettura!
(*) Tratto da un romanzo di Stephen King. Misery non deve morire è un film del 1990 diretto da Rob Reiner.
#Adolfo de Luca editor ACCNNP
http://www.quicampania.it/mauriziodegiovanni/il-commissario-ricciardi.html