Il 27 gennaio del 1945 furono abbattuti i muri di Auschwitz. Quel giorno le truppe sovietiche della 60ª Armata del 1º Fronte al comando del maresciallo Ivan Konev giunsero nei pressi del campo di concentramento e fu così rivelato compiutamente e per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazifascista. Con la legge n.211 del 20 luglio 2000, il Parlamento italiano istituì il “Giorno della memoria” in ricordo della Shoah, dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
Novara Partenopea non può che partecipare attivamente nel ricordare questi eventi tragici che hanno visto l’Italia, sotto la dittatura fascista, protagonista negativa e colpevole.
Si calcola che, tra il 1933 e il 1945, furono circa 15-17 milioni le vittime dell’Olocausto, di entrambi i sessi e di tutte le età, tra cui 4-6 milioni di ebrei. Il nostro paese, prima ancora di essere trascinata in guerra e nella devastazione del paese dal Duce del fascismo, già era caduta nell’ ignominia approvando le leggi razziali, un insieme di provvedimenti legislativi e amministrativi applicati fra il 1938 e il primo lustro degli anni quaranta, rivolti prevalentemente contro le persone ebree. Il fascismo intendeva eliminare gli ebrei, italiani e stranieri, dal territorio italiano per cui furono perseguitati, persero i loro diritti e spesso i loro possedimenti e infine molti di loro furono deportati e morirono nei campi di concentramento italiani e, soprattutto, nazisti. La prima conseguenza delle leggi razziali fu la partenza di molti intellettuali e scienziati ebrei verso Stati Uniti, Inghilterra, America del Sud.
Le conseguenze furono quindi tante ed enormi e, per portare la questione sui binari della nostra passione calcistica, racconteremo un episodio apparentemente banale se paragonato alle grandi tragedie causate dal nazifascismo. Non tutti sanno che Giorgio Ascarelli, ovvero colui che nell’estate del 1926, si fece promotore principale del cambio di denominazione sociale del Napoli Calcio, da Internaples F.B.C. ad A.C. Napoli, in modo da compiacere al regime che mal tollerava nomi e termini in lingua inglese, fosse proprio ebreo. Fu addirittura protagonista del rinascimento ebraico napoletano, imprenditore di successo e grande amante dello sport.
Il fondatore del Napoli ebbe anche modo di commissionare nel 1929, completamente a proprie spese, la costruzione di un nuovo campo sportivo, di proprietà privata del club, al Rione Luzzatti, nei pressi della Ferrovia di Napoli. Lo stadio, inaugurato il 23 febbraio 1930 col nome di “Vesuvio”, gli sarebbe stato successivamente dedicato a furor di popolo, in conseguenza della sua scomparsa, avvenuta appena diciassette giorni dopo l’inaugurazione dell’impianto. Purtroppo, sotto il regime fascista lo stadio, fu ribattezzato “Stadio Partenopeo” in quanto si ritenne inopportuno intitolare a un ebreo quello che era il maggiore impianto sportivo cittadino. Lo stadio ospitò due partite dei mondiali del 1934 (tra cui la finale per il terzo posto), prima di finire distrutto dai bombardamenti abbattutisi sulla città nel corso della II guerra mondiale. Il nome di Ascarelli sopravvive vagamente nelle nostre memorie di tifosi appassionati anche se quel rione di nella zona in cui sorgeva lo stadio fu in seguito denominato Rione Luzzatti-Ascarelli.
Il giorno della memoria serve anche a ricordare che le grandi tragedie spesso cominciano dalle piccole cose. Iniziano cambiando il nome di uno stadio, iniziano con i regimi totalitari che si appropriano dello sport, dal calcio che da sempre, come dice Arrigo Sacchi è “la cosa più importante delle cose meno importanti”. Le grandi tragedie iniziano quando si cancellano i nomi, si dimentica il passato, ci si abbandona all’oblio e si ripetono gli stessi errori e gli orrori. Todos esta’ gravado en la memoria, (Tutto è registrato nella memoria) il nostro compito e’ tenerla costantemente viva. E allora, viva il giorno della memoria e Forza Napoli Sempre!
#Adolfo de Luca editor APS Club Napoli Novara Partenopea